Renato Zero – ospite alla trasmissione “Che Tempo che fa” – ha parlato a cuore aperto di uno dei periodi più difficili della sua vita, superato però grazie alla forza e al coraggio di essere sempre sé stesso anche nelle condizioni maggiormente critiche.
Ci sono artisti che riescono ad attraversare intere generazioni, che sanno parlare con le stesse parole – magari scritte quarant’anni prima – ai genitori e ai figli, in ugual maniera. Non è semplice restare, in mondo dove tutto si consuma troppo in fretta, dove il peso delle canzoni si è sostituito a quello delle canzonette. E se come dice Ivano Fossati, “è solo musica leggera e la dobbiamo cantare”, per tanti questa musica leggera è stata addirittura salvifica, perché ha permesso loro di essere veramente loro stessi, senza imbarazzi e sovrastrutture.
Certo, è facile parlare quando non si devono affrontare delle grandi prove. Ancora oggi, in tanti – troppi – vengono derisi perché magari sono uomini che si truccano, o donne che non rappresentano il canone estetico di magrezza e bellezza, o ancora perché amano persone dello stesso sesso come se fosse una colpa, un affronto a tutto ciò che è “normale”. Ma poi cosa è “normale”? Da vicino, come dice la frase, “nessuno lo è”. Ognuno è semplicemente portatore della propria storia.
Renato Zero – ospite a “Che Tempo che fa” – ha raccontato infatti di essere stato vittima di bullismo, quando era più giovane. Veniva così tanto deriso – e ricordiamolo che è stato precursore di tanti artisti successivi – da aver addirittura paura ad uscire di casa: “Se fossi arrivato alla fermata dell’autobus 93 incolume avrei vinto la guerra. Mi scoraggia il fatto che (…) queste forme stronze e crudeli di certuni hanno ancora campo libero e vengano praticate”.
Per coloro che vivono in certe situazioni, purtroppo, non c’è altra scelta che rinchiudersi in sé stessi e avere paura, perché si sentono sopraffatti da chi reputano più forte, anzi a volte pensano che i vessatori abbiano addirittura ragione. Zero ha dichiarato a Fabio Fazio che l’unico modo per riuscire a non soccombere è stato quello di tornare indietro e affrontare faccia a faccia chi lo maltrattava: “T’ho fatto qualcosa di male? Che cos’è che può averti indotto ad avercela con me, solo per il fatto che magari non mi vesto come te?”. L’artista racconta che questo suo atteggiamento destabilizzava talmente tanto che alla fine si era sparsa la voce che fosse uno tosto, che non si lasciava intimorire.
Nonostante il passato a volte burrascoso, Zero dice comunque che la vita va celebrata, come ha cantato proprio in trasmissione nel brano intitolato appunto “Vita”: “La bellezza della vita sta nel fatto che non è mai uguale“. Un invito a riflettere sul fatto che siamo noi a poterci impegnare affinché possiamo avere l’esistenza che vogliamo.
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