La teoria della deterrenza nucleare è tornata a essere discussa negli ultimi tempi. Ma di che si tratta di preciso e perché possiamo dirci al sicuro da una guerra nucleare?
Nella storia dell’umanità, solo due bombe atomiche sono state sganciate: furono gli Stati Uniti che, nel 1945, a tre giorni di distanza l’una dall’altra, colpirono le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, mostrando al mondo la potenza sconfinata e incontenibile del nucleare applicato alle tecnologie belliche. Da quel momento, tutti gli Stati hanno cercato di rimpolpare la propria scorta di testate nucleari.
Ovviamente, il terrore dell’escalation nucleare nei conflitti che affliggono il mondo, è sempre presente e, di tanto in tanto, alcun Capi di Stato esteri utilizzano le testate come minaccia, anche solo per ricordare ai propri avversari di avere delle armi che potrebbero distruggere una Nazione in poche ore. Ma allora, come possiamo dirci al sicuro da un pericolo così prepotente?
La teoria della deterrenza nucleare
Dopo che la Guerra Fredda gettò il terrore su un mondo che non aveva ancora fatto in tempo a dimenticare la Seconda Guerra Mondiale, in tanti iniziarono a ragionare sull’impiego bellico dell’energia nucleare. Ciò che ne derivò, prende ancora oggi il nome di teoria della deterrenza nucleare. Si tratta di una serie di punti, che hanno lo scopo di far comprendere la sconvenienza nell’utilizzo delle atomiche.
Bisogna infatti considerare un macro concetto di costo/opportunità e dunque, gli stati nucleari, prima di ricorrere alle atomiche devono domandarsi quale sarà la conseguenza delle loro azioni. Da qui si dipana il principio di dissuasione nucleare, secondo cui a un’azione (attacco nucleare) conseguirebbe una conseguenza uguale e contraria (risposta all’attacco con atomiche), rischiando di subire molti più danni di quanti ne sono stati inflitti.
Una guerra nucleare porterebbe a danneggiamenti inevitabili, che metterebbero in ginocchio tutte le Nazioni coinvolte. Non solo danni agli edifici ma anche all’ambiente, che rischierebbe di diventare invivibile. Ciò che si rischia dunque, è l’annientamento reciproco. Se il buon senso non basta però, c’è anche da dire che le armi nucleari sono soggette a rigorosi controlli e protocolli di sicurezza, così da ridurre il rischio di incidenti, utilizzi accidentali o attacchi nucleari non autorizzati. È stata proprio la paura delle ritorsioni a fermare le Nazioni dall’utilizzo delle atomiche nei conflitti.
A giocare un ruolo fondamentale per il mantenimento degli equilibri internazionali, la diplomazia, un’arma invisibile che tramite determinati enti sovranazionali come l’ONU o la NATO, si occupa di tenere sotto i controllo i conflitti tra Stati sovrani e di agevolare il dialogo tra questi, in modo che si tenga la guerra come ultima opzione per la risoluzione dei dissidi e la guerra nucleare come un’opportunità da non tenere nemmeno in considerazione.