Un arsenale di bombe nascoste sotto terra: un interessante viaggio nel mondo degli ordigni bellici inesplosi
Migliaia di bombe d’aereo, proiettili di artiglieria, granate e mine disseminate nel sottosuolo italiano e lungo migliaia di chilometri di coste. C’è un vero e proprio arsenale, nascosto sotto terra, che ogni tanto riaffiora. È uno degli aspetti, spesso sottovalutati, dell’eredità che ci ha lasciato la Seconda Guerra Mondiale.
Ne ha parlato a ‘Hermes – Il corriere nazionale’ Giovanni Lafirenze, assistente tecnico BCM (Bonifica Campi Minati), che sull’argomento ha scritto un libro, “La mia bonifica”, e ha creato un sito internet ricco di dettagli (www.biografiadiunabomba.it).
“Nell’estate del 1943, con lo sbarco degli Alleati in Sicilia, l’Italia conosce la guerra di terra – racconta Lafirenze – Granate, mine, e quant’altro. La guerra di terra non blocca i bombardamenti aerei, che termineranno nel 1945, e a questi si aggiungono quelli tattici, di ausilio alle truppe e per ostacolare movimenti militari tedeschi. In pratica una guerra aerea e terrestre in grado di trasformare l’Italia in una discarica bellica”
Quante bombe inesplose si trovano ad oggi in Italia?
Sul numero di ordigni inesplosi attualmente su suolo nazionale, Lafirenze resta prudente: “È difficile un calcolo del genere. Si può ipotizzare una percentuale del 3% di ordigni interrati e inesplosi per le bombe d’aereo ma non possiamo stabilire ciò che è stato sepolto o affondato per rendere più agevole una ritirata o spostamenti militari in genere. Le zone più a rischio? Sicuramente il Nord Est, in cui si sono combattute due Guerre Mondiali, ma ogni luogo della Penisola comporta un considerevole rischio d’imbattersi in residuati bellici”.
Ma qual è il livello di pericolosità di questi ordigni? Lafirenze mette tutti in guardia: “Ogni residuato bellico è pericolosissimo e non deve essere toccato. Un rinvenimento occasionale deve essere subito denunciato alle autorità competenti di zona. Questi manufatti bellici hanno ucciso a Crocetta del Montello, San Lazzaro di Savena, Reggio Calabria, San Donà di Piave ed Asiago. A conferma che i residuati bellici sono congegni in grado di portare a termine la propria missione di morte”.