Riviviamo i momenti del bombardamento aereo del 18 Novembre 1942 a Torino: un racconto che mette i brividi
Questa è per il Bomber Command un’incursione particolare, ma i torinesi ancora lo ignorano, infatti, il comando ha studiato un attacco che prevede tre punti di mira. Il primo è la FIAT, il secondo Piazza dello Statuto in pieno centro. Il terzo è l’Arsenale Reale a nord della città. In pratica un’incursione aerea, che valuta di colpire in modo trasversale, tutto il centro urbano.
Sono quasi le 21 e si ode il primo allarme. La città rinnova tormenti sciaguratamente già conosciuti. Indivisibili famiglie si scompongono, mentre inseguono l’inutile idea di scovare un rifugio, antiaereo. Anziani che lentamente, si avviano sorridendo, verso un proprio destino già incorniciato. La sirena lancia il secondo allarme. Le urla dei bambini coprono nettamente le disposizioni degli uomini dell’UMPA. Sono le 21:15 la sera è molto umida, ma ciò non impedisce ai Lancaster di scaricare gli ordigni. Piovono le prime bombe e i demoni dell’inferno abbracciano la città. Le esplosioni non danno tregua, la FIAT è completamente distrutta, ma anche i quartieri limitrofi sono preda delle fiamme.
L’aria in città è irrespirabile. Sono le 22:15 quando i bombardieri dell’ultima ondata finiscono di sganciare fuoco su fuoco e decidono di fare rientro alle basi. Sono state sganciate bombe da 4000, 2000, 1000, 500, 250 lb, più 40 tonnellate d’ordigni incendiari sia al Fosforo, che alla Termite.
Questa incursione lascia profonde ferite nella zona di Borgo San Paolo, fiamme alte decine di metri coprono la Comet. Mentre si tenta di prestare soccorso ai numerosi feriti, molti ordigni continuano ad esplodere togliendo la vita anche ai pochi soccorritori.
La città è colpita e distrutta, le condotte del gas sono in fiamme, quelle dell’acquedotto completamente divelte. Sembra di procedere all’interno di un torrente incandescente.
I collegamenti telefonici e stradali non esistono più. La popolazione urbana piange le vittime, che sono quarantadue. Ma i torinesi saranno capaci ancora una volta, di ricominciare e, tentare di ricostruire un morale già in frantumi. Domani il “Follie D’america” sarà vuoto. Vanda Osiris e Macario, forse non ci saranno.
Radio Londra ha sostituito il canzoniere, ma è il 18 novembre del 1942. Nessuno immagina ciò che proverà la città fra ventiquattro ore e, i terribili attacchi del 1943/44, non sono poi così lontani.
Giovanni Lafirenze
Per approfondimenti:
TORINO IN GUERRA DIARIO 1942-45 DI CARLO CHEVALLARD “LE BOUQUINISTE” Torino 1974
TORINO IN GUERRA 1940-45 a cura di Luciano Boccalatte, Giovanni De Luna, Bruno Maida “Gribaudo Editore” Torino 1995
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