Ripercorriamo i più importanti bombardamenti avvenuti in Italia durante la Prima e durante la Seconda Guerra Mondiale
La numerosa e varia letteratura indirizzata allo studio dei bombardamenti aerei scopre i suoi albori già nel 1909 quando un ufficiale italiano, il Generale Giulio Dohuet, dà corpo a nuove teorie che vedranno a suo giudizio, l’aeroplano protagonista assoluto nelle future guerre.
Infatti qualche anno dopo e più precisamente nel 1911, nel corso della guerra contro la Turchia, avviene il primo bombardamento aereo della storia. Ad eseguirlo il 1° novembre dello stesso anno è un aviere italiano, il Tenente genovese Giulio Gavotti, che lascia precipitare i primi rudimentali ordigni su un accampamento nemico, nel territorio di Ain-Zara in Libia.
Le idee del Generale Dohuet lentamente prendono corpo e nella Grande Guerra diventano, grazie ai “dirigibili”, quasi realtà. Ma le tecnologie del tempo, anche se danno il via al “romantico” duello aereo che vede protagonisti i futuri eroi del cielo, non gratificano le speranze dei teorici del bombardamento aereo che, al contrario delle proprie speranze, ottengono, solo scarsi e limitati risultati. La British Royal Navy offende principalmente le basi Zeppelin, nei pressi di Colonia e Dusseldorf. I tedeschi ricambiano sganciando le proprie primitive bombe, volando fino a Dover e Londra. Ma sono operazioni, che non influenzano assolutamente, il proseguimento del conflitto.
Nel 1934, il Maggiore del Reggio Esercito, Robert Mandel, nel suo saggio “La Guerra aerea” si appropria delle teorie concepite venti anni prima dal Generale Dohuet e approfondisce l’argomento. Infatti il Maggiore conclama l’idea di devastare attraverso i bombardamenti aerei, città e popolazione urbana. Precisamente concretizza sulla carta le pionieristiche teorie del Dohuet, “colpire al cuore i grandi centri urbani”.
Quindi Mandel nel suo saggio a pagina 313 in realtà scrive: ”Ci saranno migliaia e migliaia d’uomini asfissiati nelle stazioni, sepolti sotto alle macerie, massacrati mentre i convogli carichi di munizioni…”. Ancora l’autore: ” I ponti crollati, le gallerie ostruite, le alluvioni provocate dalle rotture degli argini impediranno il traffico lungo arterie importantissime”. In pratica è la consacrazione teorica dei futuri bombardamenti strategici.
Non solo: Il Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio nel suo libro “La Guerra D’Etiopia” edito nel 1936 scrive a pagina 227, che nel 1935 il Comando Superiore Aeronautica dovrà: “…tenere l’amba Aradam durante tutto il tempo dell’azione sotto un bombardamento pesante e leggero con tutti i velivoli disponibili da susseguirsi a ondate successive”. Il 27 aprile del 1937 la teoria diventa “morte”.
Nel corso della guerra civile in Spagna, la città di Guernica in due ore è rasa al suolo. Compie la prodezza l’aviazione falangista guidata da piloti tedeschi. Questa incursione battezza la dottrina del bombardamento a tappeto e provoca migliaia di vittime. Ma gli italiani seguendo i modelli dell’epoca, dimostrano di non essere inferiori a nessuno e lasciano precipitare in pieno giorno su Barcellona tante bombe quante ne bastano a distruggere la città catalana e uccidere più di 3000 civili. Alle ore 16,30, del 10 luglio 1940, Galeazzo Ciano genero di Benito Mussolini invita nel suo ufficio l’ Ambasciatore di Francia e gli consegna la dichiarazione di guerra italiana.
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